Monte Bianco, un'impresa da alpinisti: ecco consigli, segreti e un utile vademecum | Montagna.TV
Depliant La salita del monte Bianco – Un’impresa da alpinisti
La via verso casa... Montagna. In ogni sua forma. Trekking, Alpinismo, Sentieri, ma soprattutto Avventura Sentimenti ed emozioni immersi nella Natura, sentendosi parte integrante e non semplici visitatori occasionali. Una raccolta di esperienze e considerazioni sui materiali. Importantissimi saranno i vostri commenti e suggerimenti. Per poter vivere la meglio la montagna in sicurezza.
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martedì 16 ottobre 2012
domenica 7 ottobre 2012
Sei solidale con chi si fa male?
In questi giorni mi è ricapitato in mano un Libro di Paolo Caruso sulle tecniche di arrampicata su roccia e ghiaccio, e mentre rileggevo un passaggio delle sue dissertazioni, mi è tornato alla mente un episodio in una falesia che all'epoca mi lascò non poco amaro in bocca per il comportamento di un'arrampicatrice di medio livello e pochissimo senso di solidarietà...
Eravamo in giro, non per arrampicare, ma il materiale era sempre in macchina e capitò l'occasione e andammo in falesia.
Dopo un tratto di salita di avvicinamento nel bosco arrivammo su una spianata da cui partivano una serie di vie più o meno difficili.
Parecchi arrampicatori occupavano già le vie più semplici e soleggiate, e finimmo per optare per un settore meno frequentato e leggermente separato dagli altri, in cui c'erano meno persone, saremmo sicuramente stati meno d'impiccio ai già tanti salitori.
La via scelta non era particolarmente difficile, ma in una salita misi male un piede e mi procurai una distorsione a metà via e per non appesantire ulteriormente la situazione, visto che avremmo dovuto ancora passare parecchi giorni nella zona decidemmo di smettere. Al momento del piccolo 'incidente avevamo parecchi rinvii sulla parete, nella discesa recuperai tutti i rinvii tranne uno, quello su cui mi stavo calando, con l'intenzione di risalire rifare la via e toglierlo appena mi fossi sentito meglio.
Il dolore però era abbastanza forte, e non volevo sovraccaricare troppo.
A poca distanza da noi c'era una coppia che stava arrampicando, chiesi gentilmente se avessero voluto tentare le "nostra" via e ci recuperassero il rinvio irrecuperabile altrimenti.
Lui sotto il lato tecnico decisamente bravo accettò subito volentieri, anche per darci una mano; lei un buon secondo, ma di pessimo carattere, iniziò ad inveire e sbraitare in modo quasi patetico, "se non siete in grado state a casa, cosa venite qui a rompere, che poi bisogna anche togliervi dai guai..."
Restai impassibile, anche se avrei voluto replicare, ma attesi che il rinvio tornasse a valle e guardai in seconda battuta la prode arrampicatrice salire la nostra via...
arrivò in cima è vero, ma con mille artifici e suggerimenti dal basso.
Restai male per l'accaduto, ritengo che se qualcuno si fa male, puoi essere anche il miglior arrampicatore, vada aiutato; l'aiutare gli altri in difficoltà sia una delle prime regole dell'andare in montagna, che va ben oltre la prestazione ottenuta.
La solidarietà in montagna è tutto, se non sei solidale, resta a casa.
Eravamo in giro, non per arrampicare, ma il materiale era sempre in macchina e capitò l'occasione e andammo in falesia.
Dopo un tratto di salita di avvicinamento nel bosco arrivammo su una spianata da cui partivano una serie di vie più o meno difficili.
Parecchi arrampicatori occupavano già le vie più semplici e soleggiate, e finimmo per optare per un settore meno frequentato e leggermente separato dagli altri, in cui c'erano meno persone, saremmo sicuramente stati meno d'impiccio ai già tanti salitori.
La via scelta non era particolarmente difficile, ma in una salita misi male un piede e mi procurai una distorsione a metà via e per non appesantire ulteriormente la situazione, visto che avremmo dovuto ancora passare parecchi giorni nella zona decidemmo di smettere. Al momento del piccolo 'incidente avevamo parecchi rinvii sulla parete, nella discesa recuperai tutti i rinvii tranne uno, quello su cui mi stavo calando, con l'intenzione di risalire rifare la via e toglierlo appena mi fossi sentito meglio.
Il dolore però era abbastanza forte, e non volevo sovraccaricare troppo.
A poca distanza da noi c'era una coppia che stava arrampicando, chiesi gentilmente se avessero voluto tentare le "nostra" via e ci recuperassero il rinvio irrecuperabile altrimenti.
Lui sotto il lato tecnico decisamente bravo accettò subito volentieri, anche per darci una mano; lei un buon secondo, ma di pessimo carattere, iniziò ad inveire e sbraitare in modo quasi patetico, "se non siete in grado state a casa, cosa venite qui a rompere, che poi bisogna anche togliervi dai guai..."
Restai impassibile, anche se avrei voluto replicare, ma attesi che il rinvio tornasse a valle e guardai in seconda battuta la prode arrampicatrice salire la nostra via...
arrivò in cima è vero, ma con mille artifici e suggerimenti dal basso.
Restai male per l'accaduto, ritengo che se qualcuno si fa male, puoi essere anche il miglior arrampicatore, vada aiutato; l'aiutare gli altri in difficoltà sia una delle prime regole dell'andare in montagna, che va ben oltre la prestazione ottenuta.
La solidarietà in montagna è tutto, se non sei solidale, resta a casa.
venerdì 5 ottobre 2012
"forza e coraggio non sono niente senza prudenza"
"Ci sono state gioie troppo grandi per essere descritte a parole e ci sono stati dolori sui quali non ho osato indugiare. Con questo in mente ti dico: scala se vuoi, ma ricorda che forza e coraggio non sono niente senza prudenza. Non fare nulla di fretta e guarda bene ad ogni passo" Edward Whymper
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