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martedì 28 luglio 2015

Val di Lanzo - Uia di Ciamarella


Sono passati mesi, ma i ricordi restano ancora vividi nella testa...
Anno ​2013, credo il 7 di Luglio​,​ anno particolarmente nevoso, al rifugio Gastaldi (2659 m) era presente ancora oltre 1 metro di neve.
Arriviamo nel pomeriggio dopo una salita da Pian della Mussa.
Ci sistemiamo nella parte del vecchio rifugio, meno comoda e che dista una cinquantina di metri dalla struttura più recente.
Ceniamo e con calma ritorniamo ai vecchi letti a castello in legno, per passare qualche ora di riposo prima della partenza.
Ore 3,00 sveglia, preparativi per la partenza, colazione, partenza.
La notte è senza luna, scura.
Fa freddo, ma non troppo. La notte è illuminata da tante frontali che sembrano lucciole che si spostano sulla neve bianca.
Tutto il materiale che ci siamo portati è nello zaino, non ripasseremo dal Gastaldi, lentamente ci avviamo verso la nostra destinazione, Uia di Ciamarella.
Una interminabile fila di piccole lucine invade lo spazio intorno; siamo veramente tanti a tentare la cima, forse troppi, complice le previsioni di bel tempo (anche se nella notte si vedevano i lampi di qualche temporale brillare lontano ), e il periodo estivo.
Calzati i ramponi per evitare di scivolare proseguiamo, cercando di evitare i sassi che le troppe comitive smuovono cercando di superarsi su inventati passaggi ipotetici, non sempre azzeccati.
Piede dopo piede, o meglio rampone davanti a rampone guadagniamo una piccola sella e svalichiamo in una valletta parallela al Rifugio, che sparisce alla nostra vista.
intanto le prime luci ci permettono di vedere meglio dove stiamo camminando.
La neve ed il ghiaccio sono compatti e si cammina sicuri, per ora.
Passiamo sopra un ruscello che scorre impetuoso sotto la più o meno spessa coltre di neve, si sente il rumore delle acque provenire da alcune parti di neve troppo sottili sprofondate che lasciano intravvedere le acque impetuose che spariscono nuovamente sotto il manto una volta candido, ormai intriso di sassi e detriti.
Proseguiamo la salita. abbiamo abbandonato nuovamente il nevaio e stiamo risalendo una pietraia, verso il vero e proprio ghiacciaio che dovremo salire.
Le varie comitive con le diverse velocità si sono ormai sparpagliate e non ci sono più ingorghi nei passaggi.
Procediamo lenti, troppo lenti, forse la presenza della neve anche sulla prima parte del percorso e le tante persone hanno rallentato il ritmo; l'aria si fa calda mentre l'orologio segna le 9,00 del mattino.
Arriviamo all'attacco del ghiacciaio. forse è troppo tardi per tentare la cima, vista l'ora e il percorso ancora da salire, si rischia che il fondo risenta del caldo della giornata che ormai si fa sentire.
Facciamo un giro sul ghiacciaio e ritorniamo sui nostri passi, senza  cima per questa volta.
Il "guado" sul ruscello, ora è decisamente più morbido e non promette nulla di positivo, la neve sicura di questa notte è molla e in alcuni punti si profonda un poco.
Le acque sono molto impetuose e profonde e un'eventuale caduta per il cedimento del ponte di neve non è per nulla consigliabile.
Decidiamo di tendere una corda e passiamo legati per lo meno abbiamo un eventuale ancoraggio per quanto effimero...
La giornata si fa bollente, nonostante la quota, e la stanchezza non tarda ad arrivare.
Il viaggio di ritorno lo ricordo poco. In macchina mi sono addormentato. come direbbe qualcuno... "Come sempre".

















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